L’età dovrebbe essere valutata sulla base di tre parametri: l’età anagrafica, quella stabilita dal calendario, quella biologica, relativa alle condizioni del corpo e quella psicologica, assolutamente soggettiva.
L’età anagrafica è l’unica a essere determinata e ad andare sempre nella stessa direzione, ovvero può solo crescere.
L’età biologica si riferisce all’aspetto e allo stato di salute psico-fisico. Essa può presentare notevoli differenze tra due individui coetanei, soprattutto se si sono superati i 50 anni. A differenza dell’atà anagrafica, può non procedere di pari passo e può perfino invertire la propria direzione; regolare esercizio fisico, stile alimentare equilibrato, ritmi quotidiani regolari e cura per la propria salute, possono riportare a ritroso nel tempo diversi indicatori come pressione alta, eccesso di grasso corporeo, eccesso di glicemia e riduzione della massa muscolare.
In sintesi, il nostro corpo ringiovanisce o invecchi in base a come è trattato.
L’età psicologia è ancora più flessibile rispetto a quella biologica: essa riflette le esperienze vissute da ciascuno, la capacità di esprimere le proprie emozioni e la voglia di tenere la mente in esercizio.
La possibilità di avere tempo libero e di utilizzarlo in maniera piacevole e creativa può contribuire ad accelerare o ritardare il processo di invecchiamento.
L’età biologica è infatto in stretto rapporto con quella psicologica, in altre parole, chi nutre la propria vita interiore, chi ha un carattere sereno e ottimista è maggiormente predisposto a rimanere giovane e attivo più a lungo, rispetto agli altri.