Attiviamo la flora batterica con i probiotici

probiotici

Nello scorso articolo abbiamo imparato a conoscere i probiotici e gli indubbi benefici che essi sono in grado di apportare al nostro organismo. Ma quali sono i cibi dove possiamo trovarli in quantità adeguata? I probiotici sono presenti nei cibi fermentati, in quanto l’attività fermentativa da cui deriva il loro effetto, è avviata da questi microorganismi vivi.

Ricordiamoci, comunque, che possono essere definiti probiotici solamente quegli organismi in grado di arrivare nel tratto intestinale vivi, ovvero in grado di superare la barriera acida dello stomaco.

Dove troviamo i probiotici?

Formaggi fermentati

Alcuni tipi di formaggi fermentati, soprattutto a pasta morbida come il gouda o il cheddar, contengono grandi quantità di probiotici che riescono ad arrivare indenni nel nostro intestino.

Latticello

Il latticello è un particolare latticino che deriva durante il processo di produzione della panna, fermentando il burro. Va utilizzato crudo, come condimento per insalate o salse fredde, si acquista nei supermercati più forniti, oppure nei negozi specializzati.

Yogurt

Lo yogurt è un’altra buona fonte, purché riporti chiaramente in etichetta l’effettiva presenza di lattobacilli e bifidobatteri. Naturalmente è meglio optare per le varianti senza addensanti, conservanti o zuccheri aggiunti.

Kefir

Il kefir è piuttosto ricco di lactobacillus acidophilus, un batterio in grado di rinforzare le mucose intestinali, evitando o risolvendo stati infiammatori, dovuti alla presenza di sostanze e batteri nocivi.

Il kefir favorisce la produzione di mucina da parte delle cellule intestinali, una sostanza protettiva che è nutrimento per la flora batterica “buona”.

Pasta madre

La pasta madre è un composto a base di farina e acqua, contaminato appositamente da colture di lactobacilli. E’ viva: ovvero va nutrita periodicamente con farina e acqua a intervalli regolari.

La lievitazione arriva anche a 12 ore, molto più del tempo che impiega il pane normale; per questo motivo, il pane e i prodotti realizzati con la pasta madre, non originano i problemi intestinali e le intolleranze generate dalle varianti normali.

Durante questo tempo, o batteri presenti nella pasta madre è come se digerissero preventivamente gli zuccheri presenti, riducendo l’impatto glicemico del pane che andremo a consumare.

Il pane, a tavola, non conterrà organismi vivi, infatti questi ultimi, dopo aver svolto il loro importante compito, non sopravvivono al calore della cottura.

Aceto di mele

L’aceto di mele è molto differente dal normale aceto di vino; infatti è ottenuto da mele biologiche fermentate, non è filtrato ed è crudo.

Il suo aspetto è torbido, perché, essendo non filtrato, contiene in sospensione fibre, pectine e sostanze enzimatiche.

Il suo sapore è molto acido, rispetto all’aceto di vino, e può essere usato come sostanza disintossicante, diluendolo in acqua, oppure come condimento di insalate.

Crauti

Questo cibo, insieme ai cavoli fermentati, era già largamente utilizzato ai tempi degli antichi romani. I crauti, tutt’oggi molto diffusi nei paesi del Nord Europa, sono ricchi di fibre e di fermenti lattici, che favoriscono la pulizia dell’intestino, la motilità intestinale e la riduzione della stipsi.

Miso e tempeh

Queste pietanze sono derivati dalla soia, e sono tipici delle cucine orientali. Il miso è una pasta ottenuta dalla fermentazione della soia gialla, ed è utilizzato soprattutto come condimento. Il tempeh è una specie di panetto ottenuto con i fagioli di soia.

Kimchi

L’ultima pietanza di cui parliamo oggi proviene dalla Corea ed è ottenuto con il cavolo cinese, condito con altre verdure, spezie e peperoncino piccante. Va bene sia come piatto a se stante, oppure come contorno di altre pietanze.

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Attiviamo la flora batterica con i probiotici

di Marzia Di Stefano tempo di lettura: 2 min
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