E’ vero che il pesce contiene mercurio?

pesce

Anche i pesci, come ogni altro essere animale o vegetale, subiscono l’influenza dell’ambiente
in cui vivono: se l’acqua è inquinata, rischiano di esserlo anche le loro carni.

Oggi, tra le sostanze maggiormente sotto accusa c’è il mercurio. A questo proposito c’è chi sostiene che sia meglio ridurre il consumo di pesce, perché assorbe nei suoi tessuti questo contaminante, ma anche altri metalli pesanti.

Ma andiamo con ordine. Il mercurio è un metallo che si trova nell’ecosistema sia in forma naturale, derivante da giacimenti di cinabro, erosione naturale delle rocce, attività vulcanica, ma anche a causa di attività antropiche come eliminazione di batterie e apparecchiature elettriche, lavorazioni industriali, combustibili.

La presenza di mercurio in mare è particolarmente preoccupante perché nell’acqua vivono particolari microrganismi che trasformano il mercurio in una particolare forma chimica, chiamata metilmercurio, tossica per l’uomo, soprattutto a livello del sistema nervoso. Proprio la pericolosità del mercurio ha spinto a predisporre procedure di controllo molto stringenti sia sul pesce nazionale che su quello importato e tali da garantire la massima sicurezza del pesce in commercio che finirà sulle nostre tavole. Già dal 2006 l’Unione Europea emetteva il regolamento CE 1881/2006 che stabilisce i livelli massimi di mercurio tollerabili negli alimenti, oltre ai controlli dell’Istituto Superiore di Sanità che giornalmente effettua controlli a campione, preventivamente ritirando dal mercato i prodotti non conformi.



Eliminare dalla nostra dieta il pesce, per paura del mercurio e di altri contaminanti, non è una buona idea. Il pesce, dal punto di vista nutrizionale, è un alleato preziosissimo, ricco di proteine facilmente digeribili, di grassi “buoni” omega 3 e, infine, fonte di vitamine e minerali utili per il benessere del nostro organismo.

Il rischio di contaminazione del pesce, comunque, differisce in base alla specie, infatti i pesci di taglia piccola sono meno esposti rispetto ai pesci più grandi. Considerato che le categorie di consumatori più sensibili sono le donne in gravidanza, quelle che allattano e i bambini, I‘EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) raccomanda loro di includere il pesce 2-3 volte a settimana, limitando però il consumo dei pesci più grandi come pesce spada e il tonno, a massimo una volta a settimana.

C’è da aggiungere che, nonostante il tonno appartenga alla categoria dei pesci considerati grandi predatori, il cui consumo andrebbe quindi limitato a non più di una volta a settimana, il tonno in scatola e considerato più sicuro, perché gli esemplari utilizzati sono generalmente di minori dimensioni e quindi più giovani: il loro contenuto di mercurio è perciò davvero limitato, rispetti ai pesci adulti, di dimensioni maggiori.


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E’ vero che il pesce contiene mercurio?

di Marzia Di Stefano tempo di lettura: 2 min
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