Come scegliere la pasta in modo consapevole

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Una delle leggende metropolitane più diffuse, quando si parla di spesa e cibo, è quella che narra dei grandi marchi e delle sottomarche con le quali commercializzano i prodotti che, a fronte di differenze di prezzo anche notevoli, alla fine, sono la stessa cosa.

Grande distribuzione vs. Piccoli produttori

Sugli scaffali della grande distribuzione, infatti, è possibile trovare oltre ai prodotti standard con il marchio del produttore, tipo Barilla, De Cecco, Garofalo, etc., anche linee di prodotto brandizzate dalla catena stessa, come Coop, Auchan, Despar e similia. In genere si tratta di formati di pasta speciali o regionali meno conosciuti rispetto alle confezioni di spaghetti, penne o fusilli che affollano le nostre tavole in onore alla dieta mediterranea.

Spesso questi tipi di pasta comprendono lavorazioni diverse come trafilatura al bronzo, superficie ruvida, processo di essiccazione lenta. E le grandi catene, di solito, affidano la preparazione di questa pasta a marchi più o meno noti; per scoprire ciò basta consultare l’etichetta e trovare diciture tipo “Prodotta per tizio negli stabilimenti di Caio” dove Caio può essere un noto produttore che si limita a produrre in conto terzi.

Gli standard produttivi rimangono estremamente alti, ma nel caso della pasta, il prodotto non è confrontabile direttamente con la pasta con il marchio aziendale. Si parla infatti di miscele e materie prime differenti. La semola usata per la pasta del produttore non è utilizzata per altre produzioni diverse. La materia di prima scelta dalla catena di distribuzione è comunque di alta qualità, e viene scelta sulla base delle esigenze espresse nel capitolato. In entrambi i casi della materia prima è ottenuta da una miscela di grano estero e italiano, con percentuali diverse a seconda dei lotti che arrivano in azienda.

I capitolati dei clienti della grande distribuzione sono riservati e non sono divulgati; lo stesso discorso si può fare per la pasta del produttore, creata dall’azienda sulla base di decenni di esperienza e del proprio know-how.

Quando il produttore mette a disposizione dei clienti che richiedono pasta con il loro marchio, impianti, know-how e poi stabilisce una ricetta in base alle richieste.

Il suggerimento nella scelta della pasta è valutare i tipi di pasta assaggiandoli ma soprattutto di prestare attenzione alle promozioni, che nel mercato della pasta coinvolgono quasi il 50% dei volumi e riguardano molto spesso le grandi marche rispetto a quelle del distributore.

E’ importante anche prestare attenzione all’etichetta del prodotto.

Etichetta nutrizionale

Nel caso della pasta, il parametro più importante sull’etichetta per valutare il livello qualitativo è il contenuto in proteine. Il valore è infatti direttamente correlato alla formazione del glutine e quindi alla tenuta in cottura.

Di norma la pasta venduta con il marchio dei supermercati ha un contenuto proteico variabile dal 12,0 al 12,5%, in linea con il prodotto Barilla considerato leader di mercato. Le regole del mercato prevedono che quanto più il tenore proteico cresce rispetto allo standard di riferimento (Barilla) tanto più aumenta il prezzo. In questi casi si parla di pasta di categoria premium o top e il riferimento sono marche come De Cecco, Voiello e Garofalo.

Di seguito possiamo vedere il confronto tra una pasta appartenente alla linea di un noto brand della grande distribuzione e l’analogo formato del produttore per cercare di capire se si tratta dello stesso prodotto o se esistono delle differenze.

 Pasta grande distribuzionePasta del produttore
Tempo di cottura16 minuti15 minuti
Energia KCal (KJ)355 (1506)351 (1489)
Grassi gr1,41
di cui acidi grassi saturi gr0,30,2
Carboidrati gr7170
di cui zuccheri gr2,63
Proteine gr1314
Fibre gr3,13
Sale gr0,04< 0,02
Prezzo (500gr)1,19€1,82€

In prima battuta varia il prezzo: la pasta con il marchio dell’insegna costa 1,19 euro rispetto a 1,82 euro del produttore, circa il 50% in più. L’altro elemento che balza all’occhio è la percentuale di proteine, si passa dal 13,0% della prima al 14,0% della seconda. Ma le differenze tra i due prodotti non si fermano qui.

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Come scegliere la pasta in modo consapevole

di Marzia Di Stefano tempo di lettura: 3 min
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